Per la corruzione basta un unico atto illecito
La corresponsione di denaro a un pubblico ufficiale, collegata al compimento di un unico e determinato atto, è sufficiente a integrare il reato di corruzione, non essendo necessario uno stabile asservimento del funzionario
Nel caso in esame, la Corte d’Appello aveva assolto corrotto e corruttore, non ritenendo dimostrato “un impegno permanente a compiere od omettere una serie indeterminata di atti ricollegabili alla funzione esercitata”.
La Cassazione, al contrario, ha accolto, con la pronuncia nr. 33251 dell’8 settembre scorso, il ricorso dell’accusa, sostenendo che la riforma del 2012 non ha escluso “dal perimetro della norma le ipotesi, già sanzionate in precedenza, in cui il patto corruttivo fosse diretto ad un specifico atto del pubblico agente o ne costituisse la remunerazione successiva”.