Accesso abusivo al servizio di archiviazione in cloud

I servizi di gestione di spazio in cloud costituiscono un “domicilio informatico”, tutelato dal reato di accesso abusivo ex art. 615-ter c.p.: per integrare il reato non basta tuttavia “la modifica (…) dell’indirizzo e-mail collegato all’account” del sistema.

Con queste motivazioni la Cassazione, con la sentenza nr. 27900 del 27.6.2023, ha annullato la condanna a carico di due ex dipendenti di una società i quali, esaurito il rapporto di lavoro con l’azienda, avevano reso inaccessibile lo spazio “cloud” contenente i dati informatici societari, da loro stessi creato.

Secondo i giudici di legittimità, al fine di integrare il reato l’accusa avrebbe dovuto accertare chi fosse l’effettivo titolare dello spazio di archiviazione e se quindi l’azienda potesse vantare un diritto di escludere gli ex lavoratori dall’accesso al cloud.

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