Riciclaggio di proventi da evasione fiscale: patteggia una banca

Una nota banca internazionale ha patteggiato, avanti al G.I.P. presso il Tribunale di Milano, una sanzione pecuniaria di 2 milioni e 125 mila euro e una confisca da 8 milioni di euro in relazione a condotte di riciclaggio di denaro proveniente dall’evasione fiscale dei propri clienti.
Gli illeciti erano stati commessi da alcune società del gruppo operanti in Italia in assenza di Modello di organizzazione, gestione e controllo, mentre, le ipotesi di cui all’art. 648 bis c.p. erano state realizzate “da non identificati apicali e soggetti sottoposti alla altrui direzione e vigilanza e realizzati nell’interesse non esclusivo degli autori dei suddetti reati”.
Nel caso in esame, come si legge nella sentenza di applicazione pena, “l’istituto di credito si avvaleva nel corso degli anni di relationship managers, promotori finanziari dipendenti di [omissis] che operavano in Svizzera e nel territorio italiano”, i quali ostacolavano la ricostruzione della provenienza delittuosa di denaro frutto di “evasioni fiscali commesse da clienti-contribuenti italiani”.
Per escludere il pericolo di reiterazione dell’illecito e ottenere la ratifica del patteggiamento, la banca “per i periodi di imposta futuri si è impegnata a presentare la dichiarazione dei redditi in Italia, qualora realizzi reddito di capitale e se suoi clienti advisor continuino a visitare i clienti in Italia, in conformità con la disciplina fiscale e finanziaria italiana e nel rispetto degli obblighi antiriciclaggio”; ogni società del gruppo, inoltre, “si è impegnata ad adempiere, per i futuri periodi di imposta, gli obblighi in materia di monitoraggio, ove applicabili”.

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