Corruzione e mancata individuazione dell’atto pubblico

Con la sentenza n. 23826 del 25.7.2019 la Cassazione ha affrontato il caso di un imprenditore che era stato condannato in primo e secondo grado per aver corrisposto delle somme di denaro in contanti a due finanzieri.
La Cassazione ha confermato la sentenza di appello, smentendo la tesi difensiva secondo la quale tali dazioni sarebbero state una sorta di ringraziamento per un’iniziativa commerciale che i due ufficiali avevano agevolato, precisando che non è necessario individuare uno specifico atto del pubblico ufficiale per ritenere sussistente il reato di corruzione.
Infatti: “l’ipotesi di corruzione di cui all’art. 318 cod. pen., si fonda sull’indebita locupletazione del munus publicum, nel presupposto della correlazione causale tra dazione o promessa e svolgimento della funzione, ma a prescindere dal riferimento ad uno specifico atto dell’ufficio, di cui possa predicarsi la contrarietà ai doveri del soggetto agente”.

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