Computer aziendali: illegittimo il sequestro indiscriminato

Non è possibile procedere al sequestro dei computer di un’azienda senza prima aver cercato, tramite perquisizione, e trovato specifici file di interesse per le indagini. Così la Cassazione (sentenza n. 31593 depositata lo scorso 17 luglio) ha delimitato il potere di disporre una misura cautelare a fini probatori.
Nel caso in esame, la polizia giudiziaria aveva sequestrato, su disposizione del Pubblico Ministero, “documenti, manoscritti, comunicazioni, anche contenuti in supporti informatici, telefoni cellulari, dispositivi elettronici, tablet, pc e simili”.
Erano quindi stati sottoposti a vincolo cautelare i computer aziendali, senza previamente verificare che contenessero documenti informatici di rilievo. Per tali ragioni, la Cassazione, accogliendo il ricorso dei legali rappresentanti dell’azienda contro il provvedimento del riesame, hanno considerato “illegittimo, per violazione del principio di proporzionalità ed adeguatezza, il sequestro a fini probatori di un sistema informatico, quale è un personal computer, che conduca, in difetto di specifiche ragioni, ad una indiscriminata apprensione di tutte le informazioni ivi contenute”.

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